Il tuo personale e i tuoi collaboratori non sono motivati?
Cosa stai facendo per aiutarli?
Spesso sento continue lamentele da parte dei titolari di studio
sulla mancanza di motivazione del proprio team….
“Ci sono tre grandi cose al mondo: gli oceani,
le montagne e una persona impegnata”
Winston Churchill
Gestire la risorse umane come i propri dipendenti o collaboratori non è cosa semplice.
Anzi, forse è una delle cose più complicate che ci siano.
Tuttavia se vuoi che il tuo studio abbia successo devi fare i conti con due cose:
- non può basarsi solo sulla tua produttività e su quanto tu riesca ad essere
continuamente presente su tutti i fronti, - devi riuscire a motivare il tuo team.
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La prima cosa che devi sapere e di cui devi tenere conto che esistono due tipi di retribuzione:
- tangibile
- e intangibile
Tangibile come dice la parola stessa è tutto quello che puoi toccare con mano,
quindi parliamo di stipendio, aree di lavoro adeguate, premi di produzione, incentivi, etc.
La seconda quella intangibile è legata a aspetti che poco o nulla hanno a che vedere
con la remunerazione economica ma sono assolutamente legati alla “remunerazione emotiva”.
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Nel primo caso, quello della retribuzione tangibile, quando parli
di come motivare il personale e i collaboratori del tuo studio dentistico
la scelta più facile che di solito si fa è quella di cadere nel tranello del pagare di più
con aumenti generici legati al raggiungimento di un budget.
Questa è una delle soluzioni che puoi affrontare ma sappi già da subito
che inizialmente porterà dei risultati che nel tempo tenderanno a scemare
se non sarai molto attento a gestirli e misurarli.
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Se vuoi affrontare questo tipo di approccio devi sapere che ogni figura nel tuo studio
è legata a un ruolo, ogni ruolo a delle mansioni e ogni mansione ha un inizio,
chiamiamolo inpunt, che porterà a un risultato finale, l’output.
Questo output è il risultato finale di un’azione eseguita da una persona
del tuo team e che può e deve essere misurata.
Ricorda:
“Tutto ciò che può essere misurato
può essere migliorato”
Ogni cosa dovrebbe essere collegata ad un obiettivo specifico su cui ogni ruolo,
mansione e persona deve essere collegata.
Il problema è che più di una volta mi sono trovato con un titolare di studio
e chiedere su cosa venissero misurate le prestazioni del proprio team
e avere risposte vaghe e approssimative.
Questi passaggi sono strettamente collegati alla motivazione.
Come esseri umani siamo naturalmente portati e protesi
verso il raggiungimento degli obiettivi.
Naturalmente questi devono essere chiari, definiti e misurati
e questo deve portare ad un confronto continuo e costante tra le parti.
Il primo ad avere le idee chiare per motivare
il tuo team devi essere tu!
Ricorda anche che puoi misurare e dare degli obiettivi che non devono essere necessariamente
legati a dei premi economici ma semplicemente all’ottimale svolgimento della mansione in oggetto.
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Oltre a questo devi anche tener conto che noi siamo persone e proprio
per questo abbiamo tutti bisogno, in maniera più o meno forte,
per essere caricati e motivati da quello che io chiamo fattore umano.
Qui parliamo di remunerazione (retribuzione) emotiva.
Questo si traduce nell’apprezzare le persone con cui collaboriamo,
notando quando queste fanno bene e non dando per scontato che lo devono fare
perché prendono già lo stipendio e quindi è tutto dovuto, ma facendo quanto più possibile complimenti
sul lavoro svolto, evitando di essere generici e cercando di essere specifici
dicendo esattamente cosa ti è piaciuto in quello che ha fatto (così lo sa e può replicare).
Infatti non è raro il caso che in consulenza, prima di lavorare su misurazioni,
controllo di gestione e obiettivi, il primo passo da fare sia quello che sensibilizzare
il titolare dello studio sulla gestione emotiva del proprio team.
E’ tremendamente più efficace ed economico!
Cerca di coinvolgere le persone del tuo team nelle decisioni, anche per avere un altro punto di vista
che potrebbe cogliere delle sfumature che non avevi preso in considerazione.
La maggior parte delle azioni e modifiche che vengono fatte all’interno degli studi
falliscono miseramente perché vengono calate dall’alto.
Nel management si distinguono delle azioni di due tipi:
- Top down
- Bottom up
Il primo approccio è quello in cui la proprietà dal’alto cala le proprie richieste/cambiamenti
senza interfacciarsi con le persone che materialmente saranno coinvolte
e dovranno svolgere quelle determinate mansioni.
E’ un tipo d approccio che per quella che è la mia esperienza riesce poco
e porta sempre molti malumori, nel migliore dei casi, o obiezioni, bastoni tra le ruote
e ammutinamenti nel peggiore.
Questo è un errore grossolano che purtroppo fanno anche molti consulenti!
Il secondo, il bottom up, cioè dal basso verso l’alto, è quello in cui tutti lavorano sinergicamente
per la costruzione di un nuovo processo, regole di condotta, modifiche a flussi esistenti, etc.
Chiaramente c’è una prima parte di “architettura strategica” del processo/idea
che poi viene condiviso con il tram e calato nel reale.
Oltre l’apprezzamento e il coinvolgimento ci sono altri fattori che ti aiuteranno
a gestire con efficacia la remunerazione emotiva: senso di appartenenza,
ascoltare le esigenze delle persone in primis che viene suddiviso in differenti aree
come la crescita professionale, il rispetto degli orari di lavoro (evitare di chiedere continuo orario di lavoro extra),
attenzione alle necessità personali come ad esempio quello di alcune madri che preferirebbero
non lavorare nel pomeriggio e dedicarsi ai figli e alle loro incombenze.
Non sempre le situazioni permettono di venire incontro a tutte le esigenze dei tuoi dipendenti
ma ricordati che nel caso lo facessi avrai sicuramente un grande alleato in studio.
Quale pensi che sia più coinvolgente e motivante
per tutto il team dello studio dentistico?
Ovviamente la giusta misura sta nel mezzo.
E’ logico che se desideri uno studio performante con degli obiettivi ben definiti
per area la sola pacca sulla spalla e un sentito ringraziamento fanno sempre piacere
ma è altrettanto vero che dopo un pò di fa fatica a sostenerli,
come è altrettanto vero per i premi e gli incentivi, dopo poco diventano un diritto acquisito.
Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti e se hai suggerimenti
o idee che hai messo in campo nel tuo studio sarò ben lieto di leggerle
e scambiarci qualche opinione in merito.