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Come si unisce in prima visita l’aspetto clinico all’extra clinica?
In che modo la competenza e l’abilità nelle scelte terapeutiche si intreccia con gli aspetti extra clinici?
Sono temi di cui non parlo mai perché preferisco parlare di tutto il mondo che gli gira intorno, semplicemente perché è il mio ambito di competenza.
La scelta di evitare di parlarne è voluta.
Tuttavia, i punti di contatto in prima visita tra clinica ed extra clinica ci sono eccome.
Considero le strategie terapeutiche le progettazioni fondamentali.
Per quella che è la mia visione, la prima visita è un lavoro di squadra dove ognuno deve avere un ruolo ben delineato e un obiettivo preciso.
Il lavoro che svolge la segreteria nelle fasi iniziali è propedeutico alla visita clinica.
E’ un pò come nel ciclismo dove c’è il capitano e ci sono i gregari.
Il gregario è una figura fondamentale per il successo del capitano.
Su quei preventivi firmati non c’è il nome di chi ha accolto il paziente o presentato il preventivo, tuttavia queste persone concorrono fortemente al successo dello studio.
Aiutano il capitano a vincere la gara.
Gli passano le borracce d’acqua, si frappongono tra lui e un avversario per creargli un vantaggio, gli permettono di riposare quando necessario.
Un ottimo gregario sarà la fortuna del suo capitano.
Nella prima visita non è diverso, anzi.
La segreteria corre per il clinico nelle fasi iniziali: predispone le agende, gestisce le chiamate in entrata, l’accoglienza in studio e la fase di raccolta dati.
Si occupa di tutto il lavoro necessario per fare in modo che il clinico possa svolgere al meglio il suo.
Quindi, fatta questa premessa, tornando alla domanda inziale: in che modo la competenza e l’abilità nelle scelte terapeutiche si intreccia con gli aspetti extra clinici?
Un’ottimale gestione extra clinica della prima visita è propedeutica e indispensabile per un’eccellente gestione degli aspetti clinici.
Il medico in possesso delle informazioni acquisite nelle fasi iniziali (livello di consapevolezza, potenziale di spesa, aspettative, motivazioni fisiche e psicologiche, etc.) potrà creare dei piani terapeutici bilanciati tra esigenze extra cliniche e cliniche.
Dati fondamentali per mettere in grado la clinica di fare il suo lavoro nel migliore dei modi.
Questo vorrebbe dire che la clinica dovrebbe “scendere a compromessi” con gli aspetti extra clinici?
Assolutamente no.
Dovrebbe considerare entrambi gli aspetti e trovare il giusto punto d’incontro, che dovrebbe avere come scopo e obiettivo ultimo quello di creare i presupposti per fare in modo che i pazienti che si rivolgono a noi possano essere messi in condizioni di curarsi.
La prima visita è il punto d’incontro tra le esigenze del paziente e la nostra proposta.
Quando queste combaciano è facile che quest’ultima sia accettata di buon grado.
Diversamente, ci troveremo a gestire molte obiezioni e preventivi in sospeso.
Quante volte il paziente non accetta i piani terapeutici proposti?
Tante, in funzione del numero di informazioni extra cliniche che NON siamo stati in grado di intercettare.
CONCLUSIONI
Quindi, per concludere, io credo fortemente in un’eccellente gestione extra clinica che ha lo scopo di mettere a disposizione del medico ulteriori strumenti di riflessione per fare in modo che quest’ultimo crei strategie e piani terapeutici che rispondano alle esigenze del paziente a tutto tondo.
Questo approccio permette allo studio di massimizzare gli sforzi e le risorse impiegate nella prima visita ottenendo risultati di gran lunga superiori rispetto alla media.
Buon lavoro.
Toshiro